Venerdi, 19 aprile 2024 - ORE:11:15

Cos’è la vera povertà? Iago Corazza e la differenza fra nord e sud del mondo, alla Leopolda di Pisa

iago corazza

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Nel mondo esistono moltissime culture differenti. Riti, culti, religioni, usanze stanno alla base della varietà. Tuttavia siamo uomini, con un corpo e sentimenti. Ed è proprio questo il concetto alla base dell’incontro con Iago Corazza, fotoreporter per la National Geographic, che si è tenuto giovedì 10 Ottobre, alla Casa della Città Leopolda di Pisa.

Una linea rosso sangue” era il titolo della conferenza. Come è considerato il sangue nelle varie mentalità della Terra? Che importanza ha per l’appartenenza alla propria stirpe? E’ da questi quesiti che si è iniziato.

Iago Corazza ha descritto gli ultimi viaggi attraverso i suoi incredibili scatti, che hanno entusiasmato il pubblico in sala, molto numeroso e in larga parte formato da giovani studenti. Prima tappa del percorso africano è stata l’Etiopia. Il fotoreporter ha parlato di molte realtà tribali, basandosi nella sua divulgazione sul comune carattere di questi popoli di praticare scarificazioni sul proprio corpo come “carta d’identità di sangue”.
iago corazzaSi è passati dai tagliatori di teste e dalle corna animali che usano portare alle orecchie come segno di aggressività e virilità, alle donne dei Surma e dei Mursi con il loro disco (o piatto) labiale. E’ stato anche mostrato un repertorio più che esaudiente di scatti che documentano una scarificazione ad un corpo di una giovane ragazza. Anche se il termine può indurre a macabri pensieri, per scarificazioni si intendono particolari cicatrici che i Mursi eseguono sul corpo, spesso delle donne, come ornamenti e segno di appartenenza alla tribù.
Il messaggio che si è voluto esprimere riguarda come tali popolazioni siano molto più disposte al sacrificio personale ed al dolore in nome del valore di appartenenza ad una comunità, appartenenza che permane nel tempo a prescindere da qualunque cambiamento nella vita, come le incisioni rimarranno per sempre indelebili sulla pelle. Ciò è testimonianza di come in queste tribù la soggettività passi in secondo piano per volontà del singolo stesso, pronto al sacrificio, per rivendicare la propria origine. Corazza accenna anche al fatto che, tra quelle popolazioni sono quelle in cui questo concetto è più radicato che riescono a prevalere sulle altre, con inevitabile riferimento a come, invece, le società del Nord del mondo, ritenute da noi stessi (che ne facciamo parte) più avanzate, siano invece molto arretrate in questo. La critica è sull’eccessiva individualità e l’esagerato egoismo che, oltre che dominare all’interno, caratterizzano l’approccio sfruttatore e mediamente poco interessato verso le realtà bisognose dei popoli africani e non solo.

Ma non è finita qui! Si è passati alle incredibili descrizioni di altre usanze e realtà molto differenti dalla nostra, come quella della tunga a quattro tribù, nel Sudan. Uomini del posto in contatto con il gruppo di Corazza, lo avvertono dell’irripetibile evento: quattro tribù, per la prima volta non solo due, si fonderanno in una comunità e si batteranno in una lotta con bastoni, fino alla morte. I sopravvissuti saranno gli uomini del nuovo gruppo, che sposeranno le donne nubili.
L’entusiasmante serata si è conclusa sempre con il tema del “sangue”, nella descrizione dell’attività di Emergency, in Sudan. In particolare è stata documentato e reso noto al pubblico il lavoro svolto dal Salam, centro ospedaliero per la cura e l’operazione in chirurgia toracica, dove lavora Gino Strada. L’importante centro offre cure gratuite e monitora tutta la popolazione dei nove Stati limitrofi, operando quei pazienti nei quali si identificano anomalie cardiache.

I medici sono obbligati a vivere separatamente alla gente del posto (per evitare di causare situazioni di tensione che possano portare i sudanesi del luogo a non frequentare il centro) e l’intera struttura all’avanguardia è totalmente stata costruita grazie alle offerte di privati o alla vendita di magliette e simili ai vari banchetti di Emergency, quindi ogni oggetto riporta il nome del donatore.
Attività come queste sembrano rappresentare un lume di speranza, forse non solo per le popolazioni africane, quanto che per lo spirito umanitario delle popolazioni “avanzate”, delle società che vivono nel benessere, che sembra, a parere della tesi sostenuta, mancare sempre di più. Se infatti le condizioni di vita del sud del mondo, delle realtà tribali, non siano eccelse per le malattie, la fame e la povertà, quelle del nord sembrano invece essere, seppur in condizioni più adagiate, deficitarie di un bene che non manca a quei popoli africano: la solidarietà e l’altruismo per amore dell’umanità. Realtà come l’ONG Emergency sembrano essere molto più simili a quel mondo piuttosto che a quello dal quale provengono, e questo spiega anche perché le risorse che permettono opere come il Salam , non siano concesse che da privati che volontariamente offrono parte del proprio denaro.

Prossimo incontro sarà mercoledì 17 Ottobre, presso il cinema Arsenale (Vicolo Scaramucci 4, PISA), alle 18:30 con la proiezione del documentario “Life in Italy is OK”, organizzata dai volontari di Emergency.


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