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Tonino Guerra: un addio al grande artista scomparso lo scorso 21 Marzo 2012, in coincidenza con la Giornata Mondiale della Poesia istituita dall’ Unesco.

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Si sono tenuti in giorno 23 e 24 marzo, la camera ardente e i funerali del bravissimo poeta, scrittore e sceneggiatore, Antonio Guerra ( detto Tonino ) morto a Santarcangelo di Romagna ( Rimini) il 21Marzo scorso, all’ età di 92 anni. A dimostrare la sua grande carriera, sono i personaggi venuti da varie parti del mondo, come il regista russo Tarkovskij , e il tedesco Wenders, fino al sostegno dei parenti e della moglie russa Lora .

Prima della sua vasta carriera cinematografica , Guerra fu insegnante elementare nel 1943. L ’ esperienza che, paradossalmente, dichiara di averlo spinto alla sua vocazione artistica fu la deportazione nel campo di concentramento di Troisdorf ( Germania) a causa del suo gatto: nascosto per via del suo ripudio alla leva di Salò, Tonino si avventurò in quel di Santarcangelo per dar da mangiare al suo animale. E’ proprio il ripercorrere di questa infaticabile storia che Guerra afferma di aver immaginato, con i suoi detenuti, la vigilia di Natale del ‘ 44 con un invitante piatto di tagliatelle ai funghi .

Dopo la sua Liberazione, nel 1946 si laurea in pedagogia presso l’ Università di Urbino.

Dopo l’ incontro con Carlo Bo ( scrittore, professore universitario e ex senatore a vita) , Guerra decise di pubblicare i suoi componimenti a sue spese, intitolati “ I scarabocc “ ( Gli scarabocchi); in seguito, riuscì a diventare membro di un gruppo di poeti, “ E circal de giudeizi ” ( il circolo della saggezza ).

La sua carriera come sceneggiatore nasce ufficialmente con il pernottamento a Roma dove partecipa come soggettista alla pellicola del 1957 «Uomini e lupi» di Giuseppe De Santis e, come sceneggiatore, a quella del 1959 «Un ettaro di cielo» di Aglauco Casadio . Nella sua lunga carriera ha lavorato a fianco di importanti registi italiani del tempo: come Francesco Rosi, De Sica, Monicelli, i fratelli Taviani e, in special modo, con Federico Fellini, con cui scrive la sceneggiatura del film “ Amarcord ”, interpretato in italiano e romagnolo , dove Tonino racconta che il titolo nasce dall’amaro Cora.

Un altro grande lavoro è stato sicuramente con il regista ferrarese Michelangelo Antonioni, che lo porterà nel 1967 alla nomination del premio Oscar per il film “ Blow-Up” e con il regista greco Angelopoulos con cui ha vinto la Palma d’oro al Festival del Cinema di Cannes per il film “L’eternità e un giorno ”.

Negli anni ‘ 80 ritorna in Romagna, vivendo e lavorando a Pennabilli ( Rimini ) dove ottenne la cittadinanza onoraria per via del suo amore per questo territorio. In questa città diede vita a mostre permanenti chiamate “ I Luoghi dell’ anima” : L’Orto dei frutti dimenticati, Il Rifugio delle Madonne abbandonate, La Strada delle meridiane, Il Santuario dei pensieri, L’Angelo coi baffi, Il Giardino pietrificato e un istallazione artistica a Forlì dal titolo “ L’albero della Memoria”.

Ora molte persone lo ricorderebbero come testimone della catena dei negozi dell’ Unieuro del 2001 e creatore del tormentone sull’ ottimismo, ma Tonino Guerra è anche uno dei poeti che, con la sua arte, ha vinto ben tre David di Donatello: per la migliore sceneggiatura nel 1981 con il film ” Tre fratelli ” di Francesco Rosi; nel 1984 con il film ” E la nave va” di Federico Fellini; nel 1985 con “ Kaos” dei fratelli Taviani e l’ ultimo alla carriera nel 2010 all’ etá di 90 anni.

Dopo due anni dal suo ultimo premio, Tonino Guerra è ritornato alla sua Terra, quella Terra amica e naturale che tanto amava e che tanto voleva intorno a se, come scrisse in tre frasi al suo amico e regista russo Tarkovskij:

“ L’aria l’e cla roba lizira,/ che sta dalonda la tu testa/ e la dventa piò céra quand che t’ roid (L’aria è quella cosa leggera / che sta intorno alla tua testa / e diventa più chiara quando ridi). Senza saperlo, Tonino ha scritto il migliore dei suoi epitaffi.”


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