Venerdi, 29 marzo 2024 - ORE:14:54

The RedBall project, evidenziare il potenziale creativo degli spazi

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“Certo che questi artisti contemporanei si inventano proprio di tutto pur di attirare l’attenzione!”, potrebbe dire qualcuno. In effetti posizionare in giro per il mondo una palla gonfiabile di vinile del diametro di 15 piedi non è cosa da poco.

Questa operazione si chiama “RedBall project” ed è opera di Kurt Perschke, scultore e videoartista statunitense. Obbiettivi della missione? Evidenziare il potenziale creativo degli spazi e, perché no, immortalare le reazioni dei passanti: chi la guarda stupito, chi la fotografa e la posta su flickr, chi la spinge, chi ci salta sopra… “È qualcosa di magnetico. “dice Kurt nella videointervista sul suo sito (http://redballproject.com/) riferendosi alle reazioni delle persone, e continua :”La scultura è un qualcosa che ha a che fare con il tatto(…) Adoro il fatto che le persone vogliano saltarci sopra. Certo, è un gioco, ma il gioco è una cosa seria.”. Come dargli torto?

* Poi prosegue:“E c’è un altro livello, che è l’immaginazione: le persone vedono dov’è, dove potrebbe essere messa, dove è stata…” La RedBall è già stata a St.Louis, Barcellona, Sidney, Portland (gonfiata in una fermata di un autobus della 5th Avenue), Scottsdale, Chicago, Toronto, Grand Rapids, Taipei, Norwich, Abu Dabhi (irresistibile sulla fortezza di Al Jahili, quasi una biglia gigante su un castello di sabbia) e Perth, prossima tappa il Regno Unito, attraverso le città di Torbay, Plymouth, Exeter e Waymouth, per poi arrivare a Londra in estate.

In effetti a vedere le foto della enorme e morbida sfera viene spontaneo chiedersi se mai arriverà in Italia, e magari qualche lettore se la sta già immaginando in un punto preciso della propria città.

Kurt fa dei veri e propri studi sulle location (tutte raccolte nella pagina facebook del RedBall Project, in cui la palla ci aggiorna sul suo stato d’animo attuale) prima di gonfiare –rigorosamente in loco- l’opera: luoghi mai scontati, suggestivi, ma il cui potenziale creativo è inespresso, angoli che potrebbero essere meglio valorizzati . Così, inserendo nella città un oggetto insolito riesce a strappare un sorriso, invita i passanti a tornare bambini per un attimo, ma soprattutto a guardare la strada da cui magari passano tutti i giorni con occhi diversi, come se lo spazio gridasse: ”ehi, sono qui, pronto ad accogliere novità, anche grandi: perché non mi sfrutti?”.

A questo punto tutti coloro che avrebbero pronunciato la prima frase dell’articolo vedendo la RedBall dovrebbero forse capire che un’opera d’arte contemporanea non è per forza (per non dire quasi mai) caratterizzata da una particolare abilità di esecuzione, né da qualità squisitamente estetiche: è il suo impatto, la sua efficacia a contare. E credo che il messaggio di Pershke sia chiarissimo. Vedremo cosa si inventerà per Londra.


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