Sabato, 20 aprile 2024 - ORE:07:45

Snow, il nuovo progetto di Shelley Jackson

snow

Shelley Jackson

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La neve è un foglio bianco

Shelley Jacksons scrive sulla neve, assembla su Instagram

To approach Snow too closely is to forget what it is, said the girl who cried snowflakes…: ecco il misterioso incipit del racconto Snow << Una storia in costruzione, tempo permettendo>> come Shelley Jackson definisce il suo nuovo progetto. Approfittando dell’abbondante neve caduta a New York questo inverno, l’autrice ha iniziato a imprimere, sul manto bianco che si era adagiato sulle superfici più disparate, parole che sembrano uscite da una vecchia macchina da scrivere. Ogni singolo lemma è poi fotografato e postato su Instagram, dove questa favola d’inverno è ancora in pieno svolgimento. Ma, assicura la scrittrice, la storia è già scritta e non conterà più di 805 parole, e naturlamente una foto per ciascuna.

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Al posto della penna la Jackson fa uso delle sue dita o a volte di un bastone, a seconda dallo spessore della neve, sia essa quella alta e soffice che ti attende al risveglio dopo una nevicata notturna, quella ghiacciata e già battuta delle strade o il nevischio sottile che come un velo si poggia sui vetri. La neve è un materiale ideale per ricreare l’effetto di un testo scritto a macchina su un foglio bianco, e inoltre secondo l’autrice: <<Più precise e regolari le lettere sono, più sorprendenti risultano, io credo, confrontate con la casuale bellezza della neve>>.

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In un primo momento Shelley aveva programmato di scrivere tutta la composizione prima di rendere pubblico il progetto, poi si è accorta che ogni parola richiedeva troppo tempo per essere incisa e che sarebbe stato necessario un tempo eccessivo. In più lei stessa si è resa conto che sarebbe stato molto più evocativo vedere la storia <<e lasciar cadere>>, proprio come fiocchi di neve.

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Una trovata sicuramente originale, anche perché coinvolge i lettori in prima persona, impiegando uno dei più noti social network. La dimostrazione che la creatività non ha davvero limiti e che qualsiasi superficie può essere impiegata per esprimersi.
Un progetto, a ben vedere, opposto all’altrettanto innovativo Skin, in cui 2095 volontari hanno offerto una parola o frase tatuata sul proprio corpo per realizzare una video-storia permanente, incancellabile; non a caso ineradicable (inestirpabile) è l’aggettivo impiegato nel titolo dell’opera.
Ma allora perché impiegare la neve per questo nuovo racconto? Perché << Le storie finiscono o vengono dimenticate>>, dichiara la scrittrice, <<Io no ho realizzata una che abbraccia la sua stessa cancellazione anziché resisterle>>.
Un’idea anche poetica, provocatoria, dunque, che vuole evocare la caducità delle cose, la vita stessa in primis: <<Non è forse vero che viviamo in balia di elementi, che tutto è un work in progress e che “tempo permettendo” non è solo un modo di dire?>>
In qualche modo, però, la provocazione sembra andare oltre: fotografare parole scritte sulla neve ha un che di ossimorico e, se vogliamo, di ottimista. Infatti non è forse proprio attraverso la scrittura che da sempre gli uomini lasciano una traccia di sé, regalando a certi momenti un’impressione di eternità?


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