Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:07:57

L’horimono, marchio della Yakuza e opera d’arte internazionale

L’horimono, marchio della YakuzaDa sempre la popolazione occidentale si lascia ammaliare dalle cultura dell’Estremo Oriente e, soprattutto, da quella giapponese. Il sushi, i kimono, gli origami, l’interior design orientale ed i manga sono solo alcuni esempi che possiamo fare al proposito! Nell’ultimo decennio però, a spopolare è anche il tatuaggio in stile giapponese: coloratissimo e affascinante, appare come una vera e propria arte corporale la cui storia affonda le radici in epoca antica.

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Al 450 a.C. sono databili le haniwa, statuette in terracotta con il volto tatuato, che andavano a completare il corredo funebre e venivano sepolte con il cadavere stesso. È però nel VII secolo il tatuaggio inizia a connotarsi in modo negativo, forse a causa dell’influenza cinese; questo viene utilizzato come marchio e punizione. Ad alcuni criminali, per esempio, venivano tatuati simboli affinché potessero essere individuati senza fatica.

Ma nel XIII secolo il tatuaggio giapponese si appresta a diventare un’arte a tutti gli effetti, avente i propri simboli, gli stili e gli strumenti adeguati. Quando però crescono i rapporti tra i viaggiatori europei e l’élite orientale, il tatuaggio trascorre un periodo infelice: nonostante la sua popolarità, venne proibito. L’aristocrazia giapponese riteneva infatti che il tatuaggio potesse impressionare gli occidentali e mal influire sugli scambi internazionali.

L’horimono, marchio della Yakuza

L’horimono, marchio della Yakuza

A metà del Novecento, il tatuaggio torna in auge ma è ancora l’emblema dell’organizzazione malavitosa simbolo del Giappone, la Yakuza. Nota come l’organizzazione criminale più pericolosa e crudele al mondo, essa si autodefinisce diretto discendente dei guerrieri samurai, con il dichiarato scopo di aiutare i più deboli.

Chi entra a far parte della Yakuza ha l’obbligo di marchiarsi in modo permanente, tatuandosi in modo integrale; questi tatuaggi, gli horimono (che letteramelte significa ‘incidere qualcosa’), vengono però celati a chiunque non faccia parte della Yakuza. Infatti, il codice della società stabilisce che i tatuaggi in questione si interrompano prima dei polsi e delle caviglie e che venga lasciato ampio spazio sul petto; in questo modo, gli abiti riescono a coprire tutto il tatuaggio e nascondere ai più l’appartenenza alla Yakuza.

L’ingresso alla comunità della Yakuza è permanente, l’unico modo per uscire dall’organizzazione è attraverso la morte; in questo senso, il tatuaggio integrale è il marchio perfetto in quanto di difficile (e spesso dolorosa) rimozione. Inoltre, sottoporsi all’horimono comporta un processo molto lungo e incredibilmente costoso: si tratta di tantissime sedute – che variano in base alla resistenza al dolore dell’individuo – che possono durare complessivamente anche dieci anni, per un totale che ammonta a svariate decine di migliaia di dollari!

Le motivazioni dell’horimono sono molto varie e comunque connesse all’appartenenza al gruppo: sono simbolo della resistenza fisica dell’individuo e intimoriscono non poco chiunque li veda. Inoltre, questi grandi tatuaggi contribuiscono a diffondere la storia e la cultura nipponiche attraverso l’impiego di simboli tradizionali come la carpa koi e il serpente hebi (entrambi simboli di coraggio), ideogrammi e versetti buddisti (dal valore esoterico), fiori diversi (tra cui la peonia e il crisantemo) e molti altri.

La globalizzazione – e soprattutto i nuovi mezzi di comunicazione – hanno permesso al tatuaggio giapponese di conoscere, nel terzo millennio, una grande diffusione; l’horimono, anche se continua a farne parte, non è più un’esclusiva del mondo criminale giapponese. Esso si è diffuso tra i giovani (e meno giovani) di tutto il mondo divenendo uno stile cult del tatuaggio; spesso però il tatuaggio non viene riprodotto integralmente, ma viene presentato in forma ridotta e sotto forma di simboli.


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