Venerdi, 8 novembre 2024 - ORE:02:00

La Sky Art di Thomas Lamadieu

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Immaginazione priva di confini

L’arte contemporanea, a volte, è davvero sperimentale: fa uso dei supporti più particolari e inaspettati per trovare il giusto, e forse anche provocatorio, modo di esprimersi. Pelle, neve: talora è difficile giudicare certi lavori e spesso si resta spiazzati. O almeno questa è stata la mia impressione di fronte a una fila colorata di saponette o un paio di tacchi agghindati come cosce di tacchino per il Ringraziamento, entrambi pezzi famosi che si trovano alla Tate Gallery di Londra. Ma forse è necessario accogliere la provocazione dell’artista e apprezzare l’intento che sta dietro a quello che ci propone, o quantomeno prendere in considerazione le possibilità speculative che un’opera d’arte contemporanea ha da offrire, sempre comunque con un certo occhio critico.
Ma c’è di più. C’è l’emozione che al primo impatto un certo quadro, un’installazione, una tela riescono a suscitare. Ed è proprio questo l’obiettivo di Thomas Lamadieu, artista francese di soli 27 anni: stupire attraverso l’inaspettato.
Il mio proposito artistico è quello di mostrare una diversa percezione dell’architettura urbana e dell’ambiente intorno a noi, dimostrando quello che possiamo costruire con un’immaginazione priva di confini.

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Una street art del cielo: la Sky Art

Un po’ come quando, guardando in alto, una nuvola ci stupisce per la sua forma così inspiegabilmente simile a un gatto, un coniglio, o anche al profilo di una persona, e la seguiamo fino a quando non si dissolve, magari cercandone un’altra per portare avanti la storia. L’immaginazione parte da lì, e così prendono vita anche le “illustrazioni del cielo” di Lamadieu. Una “street art” che però non si ferma ai muri, ai cortili, alle strade, ma innalza lo sguardo, determinata a non farsi fermare nemmeno dal cielo. Quest’ultimo non è più un limite, ma al contrario si offre come spazio incontaminato e perfetto per creare nuove storie, poesie, racconti.
Lamadieu procede spostandosi di città in città, da Parigi a Berlino, da Amburgo a Bruxelles, fino a New York. Fotografa poi, dal basso, la forma geometrica bordata dai muri dei palazzi in cui l’azzurro del cielo è come contenuto, e da quella prende spunto. Come se il cielo divenisse il vero quadro, con tutte le sue sfumature, e le case, le palazzine, i muri dei negozi passassero in secondo piano, fungendo da mera cornice.
Ecco che allora, a seconda di ciò che gli suggerisce il poligono che emerge da questi ritagli di spazio azzurro, fanno capolino tra gli edifici una donna svogliatamente appoggiata sul gomito, vecchi seduti intorno a un tavolo da disegno, un tipo con la sciarpa che malinconico spinge la sua bicicletta, un altro che si prepara a fare un ghiotto pasto, un marinaio intento a suonare la sua chitarra, probabilmente canticchiando inni di pace.
Un’idea, una foto e il cielo: l’arte di Lamadieu, a ben vedere, è alla portata di tutti.

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