Giovedi, 25 aprile 2024 - ORE:21:42

Incontro con lo scrittore: Fabio Genovesi al liceo classico di Pisa

Incontro con lo scrittore: Fabio Genovesi al liceo classico di Pisa

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Si è svolto venerdì 30 marzo presso il liceo classico Galilei di Pisa un incontro tra alcuni studenti ginnasiali e liceali e lo scrittore Fabio Genovesi che ha esordito sulla scena letteraria con il romanzo Versilia Rock City. Lo scrittore versiliese nel Gennaio 2011 ha pubblicato poi il suo secondo romanzo Esche Vive riscuotendo altrettanto successo per il suo stile fresco e essenziale, ha attirato l’attenzione dei media nazionali e il suo libro è stato pubblicizzato persino alla trasmissione Per un pugno di libri.

Egli ha lavorato come giornalista e traduttore, ha collaborato con “Vanity Fair” e quotidiani come “Il Tirreno” e “Repubblica Firenze”, appassionato di musica e di cinema, fin da ragazzino si è dedicato alla scrittura con impegno e curiosità. L’incontro è iniziato con le domande degli studenti che hanno permesso di strutturare un incontro d

inamico, informale e fin da subito partecipato che ha interessato non solo i libri pubblicati dall’autore ma più in generale i problemi delle traduzioni,dell’editoria e della scrittura.
È stato chiesto all’autore quanto uno scrittore debba adeguarsi alle richieste della casa editrici, Genovesi ha risposto di aver subito poche influenze e che la libertà dell’artista è importantissima, ma che per lui è stata fondamentale anche la revisione di un occhio esterno ed esperto, poiché l’autore stesso del testo rileggendo tante volte ciò che ha scritto finisce poi con il perdere la sensibilità al testo.

Lo scrittore ha successivamente detto che è comunque vero che anche le case editrici sbagliano e che molti romanzi inizialmente rifiutati sono diventati poi di grande successo riscuotendo apprezzamenti in tutto il mondo e che purtroppo le case editrici non sono disposte a rischiare puntando su qualcosa di completamente nuovo in tempo di crisi; al riguardo ha spiegato poi come in questo periodo le case editrici tendono a non pubblicare più raccolte di racconti e a puntare sui gialli proprio perché tendenzialmente sono quelli più venduti.

Uno dei temi focali che ha interessato poi il dibattito è stato quello della lunghezza dei libri, l’autore al riguardo ha detto che non è importante solo ciò che si scrive e ciò che si inserisce nella storia, ma anche ciò che viene tagliato; bisogna eliminare il superfluo affinché ogni pagina sia necessaria e densa di contenuto e non piena di vuoti virtuosismi che,per quanto belli,possono risultare noiosi. Riguardo all’eccessivo numero di pagine, lo scrittore che ha avuto anche esperienze come traduttore, ha spiegato agli studenti che poiché le traduzioni di un libro vengono pagate in base al numero di pagine, un eccessivo numero di pagine può anche disincentivare un eventuale traduzione e distribuzione all’estero e che anche per questo gli editori non amano libri troppo lunghi e che è fondamentale innanzitutto autoregolarsi.

Le domande si sono poi spostate più precisamente sui suoi romanzi e uno dei temi affrontati è stato la “toscanità” dei suoi libri, l’autore ha detto di essersi voluto distaccare dalla tipica “battutaccia toscana” per evitare i soliti luoghi comuni che secondo lui hanno distorto la vera essenza della comicità toscana, comicità che va trovata nell’ironia spontanea che emerge anche nelle situazioni più tragiche,cosa che si può ad esempio osservare in Amici Miei di Monicelli, e non nelle classiche battute volgari sdoganate più recentemente dal cinema o dalla televisione.

Genovesi ha criticato poi l’abitudine di alcun scrittori emergenti di rappresentare nei loro testi realtà lontane, come quella di New York o di lontane metropoli, non preferendo narrare la realtà che li circonda, realtà che spesso può risultare più interessante e originale sia per il pubblico che per la casa editrice.

Ci sono state anche alcune domande più personali sul suo modo di scrivere, l’autore ha spiegato di ricercare uno stile semplice e chiaro e che ha imparato a scrivere con tanto esercizio personale, leggendo molto e traducendo per passione romanzi americani e inglese le cui traduzioni non lo soddisfacevano, ha svelato poi che quando scrive ascolta sempre la musica il più adeguata possibile alla realtà che vuole descrivere.

L’incontro durato circa due ore è stato interessante sia per gli studenti che per i professori, gli spunti di riflessione sono stati tanti e le curiosità numerose, l’autore stesso nel suo blog ha commentato favorevolmente l’incontro scrivendo:” Ieri al liceo Galilei di Pisa, insegnanti e studenti di quelli che li conosci e capisci che il futuro è radioso. Che c’è energia, c’è forza, c’è voglia di andare andare andare.Proprio una bella bella cosa.

Mi dà benzina per una settimana almeno.” Detto ciò, non rimane altro che immergersi nella lettura di uno dei suoi libri, forse, con una consapevolezza maggiore e scoprire così il gusto per una lettura dinamica,ironica, fresca e attuale.


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