Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:14:40

Il discorso di Ellen Page alla conferenza della Human Rights Campaing

discorso di ellen page

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Il discorso di Ellen Page è emozionante, forte

Ellen Page é nata nella fredda Halifax, città canadese affacciata sull’Oceano Atlantico. A 11 anni per la prima volta appare in tv, nella trasmissione Pit Pony. Era il 1998. Oggi l’attrice ha alle spalle film cult come Hard Candy, X-Men, Juno e Inception. Nel 2007 si è aggiudicata l’Oscar come miglior attrice per Juno, è appassionata di musica, suona la chitarra, sa giocare a calcio e a basket. Il 14 febbraio 2014 Ellen Page è salita sul palco della conferenza di ”Time To Thrive” organizzata dalla comunità LTBG di Las Vegas e ha fatto outing: «Sono stanca di nascondermi e non dire la verità. Sono qui oggi perché sono gay. E perché forse posso fare la differenza e aiutare altre persone come me a vivere una vita più facile. Mi sento investita di una responsabilità».

Scroscio di applausi.

Lo speech di Ellen Page non si arresta solo a quella dichiarazione, anzi. Le sue parole sono talmente forti che lei stessa si commuove, non riesce a stare ferma. Ringrazia e esprime la sua profonda ammirazione per la Human Rights Foundation che ogni giorno aiuta, ascolta e sostiene chi viene emarginato per il proprio orientamento sessuale.

Ne riportiamo qui alcuni spezzoni:

«E’ strano. Eccomi qui, un’attrice che rappresenta, in un certo senso, un’industria che in qualche modo mette degli standard schiaccianti non solo su noi giovani ma su tutti quanti. Standard di bellezza, standard di una “vita felice”, standard di successo. Standard che, detesto ammettere, mi hanno influenzato. Influenzano le idee che hai nella testa, ti inculcano pensieri che non avresti mai avuto, standard che ti impongono un modo di agire, di vestire e di essere. Ho cercato di rigettare tutto questo, trovare la mia autenticità e seguire il mio cuore. Ma può essere molto difficile. Ed ecco perché sono qui, in questa stanza, tutti voi, tutti noi, possiamo fare molto insieme, più di quello che qualunque altra persona può fare da sola. E spero che questo pensiero incoraggi voi tanto quanto incoraggia me».

«E io so che ci sono persone in questa stanza che tutti i giorni vanno a scuola e sono trattati come immondizia per ragioni inesistenti. E torni a casa e non te la senti di dire ai tuoi genitori tutta la verità su di te… passo dopo passo ci si preoccupa per il futuro, per il college, per il lavoro e addirittura per la propria incolumità. E provi a crearti mentalmente il film della tua vita a che cosa cavolo ti accadrà. Questo ti abbatte giorno dopo giorno, e questo è tossico, è doloroso e profondamente ingiusto. E a volte sono cose insignificanti quelle che ti buttano giù».

«Ci sono stereotipi pervasivi, sulla mascolinità e la femminilità, che definiscono come dobbiamo comportarci, vestirci e parlare e non servono a niente… sappiamo tutti che questo mondo funzionerebbe meglio se fossi meno orribili l’uno con l’altro». 


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