Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:20:43

Il blu è un colore caldo di Julie Maroh

Il blu è un colore caldo

Il blu è un colore caldo

Il blu è un colore caldo: la graphic novel scritta e disegnata dalla giovane fumettista francese Julie Maroh

“Amore mio, quando leggerai queste parole avrò già lasciato questo mondo”, un incipit del genere, per un romanzo, è moto rischioso: porta inevitabilmente ad una scelta, avventurarsi fra le pagine di un libro che potrebbe rivelarsi un remake di Love Story, oppure interrompere subito e passare ad altro.

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Ma il romanzo in questione non è solo un romanzo, o meglio, non è propriamente un romanzo, è una graphic novel, una recentissima declinazione del fumetto che non si fa più semplice striscia o episodio di una saga, più o meno lunga, ma diventa una storia, con un inizio e con una fine, e sempre più spesso attinge dalla vita reale, lasciando da parte eroi ed episodi eccezionali.

Sto parlando di “il blu è un colore caldo”, opera prima della giovanissima fumettista francese Julie Maroh, che con questo lavoro non solo ha vinto il premio Fnac al Festival di Angouleme nel 2011, ma ha persino visto il fumetto tramutarsi in film: Vita di Adele, di Abdellatif Kechiche e vincere al festival di Cannes nel 2013.

In sintesi ecco di cosa parla questa graphic novel:

Il blu è un colore caldo è la storia di due ragazze che si incontrano, si scontrano, si respingono e non cedono, quasi mai alle proprie emozioni d’amore, sempre per condizionamenti esterni, genitori e compagni di scuola omofobi, fidanzate gelose. Pregiudizi che spesso sono radicati anche nelle protagoniste stesse.

Clementine è una ragazza come ce ne sono tante, studia, piace ai ragazzi, ha molte amiche, un migliore amico, due genitori appartenenti alla classe lavoratrice francese, abbastanza ignoranti e poco inclini ad accettare l’omosessualità sempre meno nascosta della figlia.

Emma ha i capelli blu, studia all’accademia di belle arti e ha una relazione stabile con un’artista. Le due si incontrano, un pomeriggio d’autunno, per caso, di sfuggita, mentre attraversano la strada, con uno sguardo inizia tutto, ma allo stesso tempo finisce anche tutto, per entrambe.

Per Clementine finiscono i dubbi:

Piano piano accetta il fatto di non provare nessun tipo di interesse per i maschi della sua età. Finisce la comunicazione con suoi genitoriFiniscono le amicizie, perchè le sue amiche la abbandonano appena vengono a conoscenza del fatto che sia lesbica: “mi viene da vomitare al pensiero che eri mia amica e ti ho persino invitata a dormire da me”, le dirà quella che era la sua migliore amica.

Anche per Emma, tutto cambia, anche se non in maniera così traumatica, vedrà finire una storia molto importante. Entrambe saranno vittime delle angherie e dell’omofobia degli altri, di comportamenti ingiusti e discriminazioni di vario genere.

Una graphic novel che parla di pregiudizi e un amore travagliato

copertina il blu è un colore caldoL’autrice si concentra, più che sulla storia di amore, sull’animo di due protagoniste confuse e vittime degli altri, la loro storia è sempre in bilico, non ha mai momenti pienamente tranquilli né attimi di respiro, è come se le due giovani fossero sempre guidate dal giudizio degli altri: compagni di scuola, amici, genitori bigotti che pensano solo a cucinare pentole di pasta al sugo. Le interessano i pregiudizi, l’omofobia, ricostruisce anche un contesto politico intorno alle due protagoniste: le elezioni di sarkozy, le contestazioni per il piano Juppè.

Quando tutto finisce, finisce perché deve finire, e quando anche la morte ci si mette di mezzo sembra quasi che quello a cui si è assisitito sia solo una parentesi in due esistenze che alla fine si sono incontrate per caso, e ci si chiede cosa sarebbe successo se quel giorno, mentre attraversavano la strada, i loro sguardi non si fossero incrociati, come sarebbe stata la vita di Clem e quella di Emma, ci si chiede soprattutto come sarebbe stato tutto se non ci fossero stati i preconcetti del resto delle persone e l’idea che l’amore se esiste deve essere solo tra uomo e donna, mai tra due persone dello stesso sesso, anche se Emma dice alla mamma di Clementine: “sua figlia si sarebbe innamorata di me anche se fossi stata un ragazzo”.

Julie Maroh usa i colori per dividere gli spazi temporali del racconto:

1.Colori freddissimi per un presente vuoto e senza prospettive.

2.Seppia, per il passato burrascoso e precario.

3.Blu, per i capelli di Emma, l’unica nota di speranza fra una massa di persone tutte uguali, inespressive.

Il blu è il filo conduttore della storia: blu è la maglietta del primo ragazzo di Clem, quello che le fa capire di non essere attratta dal sesso maschile, blu sono i capelli di Emma, blu è il mare dove avviene uno degli ultimi incontri fra le due protagoniste.

“Blu inchiostro, blu cielo, blu klein, blu ciano, blu oltremare… il blu è diventato un colore caldo. Ti amo, Emma, sei l’amore della mia vita”


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