Venerdi, 26 aprile 2024 - ORE:23:04

Vladimir Nabokov: Dare alle fiamme il sequel di Lolita è stato l’ultimo suo desiderio

Vladimir Nabokov

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Vladimir Nabokov, celeberrimo scrittore russo, ha sicuramente raggiunto l’apice della sua notorietà grazie al controverso quanto popolare romanzo Lolita, da cui inoltre è stato tratto l’omonimo lungometraggio di Stanley Kubrick.Di minor notorietà gode invece l’ultimo ed incompiuto romanzo dell’autore, L’originale di Laura, che ha visto la luce solo qualche anno fa dopo più di trent’anni trascorsi dalla morte dell’autore, anni in cui l’opera è rimasta sotto chiave.

È nel 1975 che Vladimi Nabokov, dalla salute già incerta, inizia ad abbozzare L’originale di Laura, scrivendo gli spunti della trama in schede manoscritte che poteva combinare ed ampliare senza i vincoli della successione cronologica.

In Laura, il cui sottotitolo doveva essere ‘Morire è divertente’, è certamente presente l’angoscia degli ultimi anni di vita dell’autore, tormentato da continue infiammazioni alle unghie dei piedi e delle mani, colpito da un’infezione ed infine stroncato dalla bronchite. Ma la stesura dell’opera continua anche nel triste contesto ospedaliero, nonostante Nabokov fosse consapevole di compiere una corsa contro il declino fisico. Fu in questo periodo cupo, ma carico di ispirazione, che lo scrittore chiese alla moglie Vèra di dare alle fiamme Laura nel caso in cui la morte lo avesse vinto.

La tendenza ‘autodistruttiva’ di Nabokov non era però del tutto nuova alla moglie, che diversi anni addietro aveva già salvato dalle fiamme proprio Lolita, il capolavoro assoluto di Vladimir Nabokov, un must della letteratura mondiale. In due diverse occasioni l’autore avrebbe tentato di gettare nell’inceneritore il suo controverso romanzo, convinto che la sua opera maggiore sarebbe per sempre rimasta vittima dell’incomprensione, prima degli editori e poi degli eventuali lettori. E come aveva già fatto in passato, Vèra Nabokov ostacolò la distruzione di Laura posticipando l’evento e riponendo le centotrentotto schede partorite dal marito nel caveau di una banca.

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Quando – negli anni ’90 – Vèra muore, l’ingrato compito legato a Laura coinvolge il figlio Dmitrij; dopo anni di riflessioni, dibattiti pubblici e altrettanto pubbliche critiche, l’unico figlio dei Nabokov decide di dare finalmente alle stampe le schede manoscritte. Dmitrij ha sostenuto di essere stato materialmente aiutato dai genitori, in questa decisione, rivedendoli in una sorta di limbo, pronti a consigliarlo sul destino del manoscritto. Dmitrij decise dunque che, in base ad un ipotetico sguardo retrospettivo, lo stesso Vladimir Nabokov non avrebbe voluto sbarazzarsi di Laura.

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Quando finalmente Dmitrij aprì la scatola contenente le schede, accuratamente ordinate dal padre, apparve spiazzato da ciò che vi trovò: il romanzo era di fatto incompiuto, un insieme di stralci della storia e brevi descrizione dei personaggi. Tuttavia, egli comprese il potenziale di quest’opera, che con tutta probabilità sarebbe potuto diventare il romanzo di punta dell’autore.

Nella prefazione della prima edizione de L’originale di Laura, Dmitrij scrive: «Non potevo nemmeno pensare di dare Laura alle fiamme e il mio solo desiderio era di lasciarle fare capolino dal suo regno oscuro per un fortuito istante».

La storia ha come protagonista Flora (la cui pronuncia inglese è Lora, ed il suono quasi rimanda a Lola) moglie mondana ed adultera di un grassoccio accademico dal chiaro spirito masochistico. Quest’ultimo, Philp Wild, è un neurologo che si appassiona ai nuovi esperimenti sulle cellule nervose, attraverso i quali si procura una sorta di autodistruzione lenta ma reversibile.

Stralcio dopo stralcio Flora ricorda sempre di più una Lolita cresciuta ma forse non troppo maturata. Contenendo una sorta di romanzo nel romanzo, le schede riportano un capitolo scritto da uno dei tanti amanti di Flora, intitolato – per l’appunto – Laura. Com’è facile immaginare, la protagonista del metaromanzo è proprio Flora, ossia la versione ‘originale’ della Laura romanzata.

L’originale di Laura è un’opera che tocca temi profondi in maniera irriverente: Vladimir Nabokov non solo si beffa sfacciatamente della vita mondana e dei suoi frivoli rituali, ma il romanzo è anche dominato da un giocoso senso della morte, che appare sempre come qualcosa a cui porre rimedio.


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