Venerdi, 29 marzo 2024 - ORE:14:46

1964, l’anno che inventò i giovani

1964

Correva l’anno 1964…

In California, Ken Kesey e Merry Pranksters comprano uno scuolabus, lo dipingono a colori sgargianti, lo riempiono di acidi e droghe di ogni tipo e partono alla volta di New York, per rendere omaggio a Timothy Leary, che aveva pubblicato The Psychedelic Experience, in favore dell’uso delle droghe leggere. Comincia così l’on the road psichedelico più famoso della storia, a cui il Magical Mystery Tour dei Beatles somiglia tantissimo (citato anche nel film Across The Universe, con Bono Vox alla guida del pulmann dello sballo). E cosa fa il loro guru, il dottore dell’LSD? Sbatte la porta in faccia a quei ragazzi sballati, che prendono la droga come un gioco. Effetti collaterali del conflitto generazionale: la nuova generazione, post baby-boom e post-war, aveva inventato un codice proprio, un linguaggio nuovo, che li accomunava trasversalmente solo per il loro “essere giovani”. Fino a quel momento repressi nell’esercito, tenuti a bada da due guerre consecutive, negli anni ’60 i giovani si trovarono improvvisamente liberi. Liberi di andare all’università, di organizzarsi fra di loro, di sperimentare nuove forme di vita, preferibilmente il più lontane possibile da quelle dei loro genitori. Sul Magic Tour di Keasy, allucinante e allucinogeno, Tom Wolfe scriverà The Electric Kool-Kid Acid Test, su cui Gas Van Sant sta girando un film: vuoi vedere che stava aspettando proprio il cinquantennale del 2014 per farlo uscire?

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Fra Beatles e Rolling Stones, fu tutta un’altra musica.

TWIGGYAltro che sessantotto: la vera rivoluzione giovanile avvenne nel 1964. A Gennaio, la BBC trasmette per la prima volta Top Of The Pops, la prima trasmissione televisiva pensata “per voi giovani”, come recitava lo slogan. Segno dei tempi che cambiavano, e cambiavano in fretta: basta capelli cotonati, gonne a ruota, fili di perle e cravatte annodate, Mary Quant, nel suo studio di Carnaby Street, aveva cominciato a sforbiciare selvaggiamente gli orli, e le sue minigonne fecero presto il giro del mondo, fino a diventare la divisa del GreenwichVillage di New York. Intanto, nei sobborghi di Londra le bande di ragazzi  creano uno stile proprio destinato a diventare iconico, e si sfidano sulla spiaggia di Brighton: Mods VS Rocker, con i giubbotti di pelle e le Dr.Martens.Perfino i Beatles cominciarono ad allentarsi le cravatte e a farsi crescere i capelli, oltre che a far impazzire le adolescenti di mezzo mondo.

Giovani che parlavano ad altri giovani, senza alcuna rivendicazione politica e sociale: rivendicavano solo il fatto di essere giovani. Nell’Aprile di quell’anno altri quattro ragazzi cominciarono a farsi sentire: debuttano in quell’anno Simon&Gurfunkel e i Rolling Stones, dividendosi con i Fab Four l’olimpo della musica. Radio Caroline, la prima radio pirata, dall’Inghilterra trasmetteva un genere musicale totalmente nuovo, censurato dalle altre radio (Louie Louie dei Kingsmen fu definita pornografica) e destinato a restare di culto: sono gli anni della British Invasion. E in Italia chi sentivamo? Perfino qui fu una ragazzina a vincere Sanremo: Gigliola Cinquetti, talmente giovane che infatti cantava “Non ho l’età”.

beatles

1964, le menti che cambiarono il mondo.

Fu un anno di battaglie politiche e civili: a marzo si incontrano Malcom X e Martin Luther King, il profeta nero che quell’estate lanciò la  Freedom Summer, la grande battaglia per i diritti umani che vede protagonisti proprio gli studenti, che intanto, a Berkeley inventano il Free Spech Movement, inaugurando la stagione calda delle proteste studentesche. Quella stessa estate, mentre Nelson Mandela veniva condannato all’ergastolo, la discriminazione razziale fu vietata per legge negli USA; alla fine dello stesso anno, Martin Luther King riceve il premio Nobel per la Pace, a soli trentacinque anni.  Il 1964 lascerà un’enorme eredità intellettuale al mondo, che nel frattempo era diventato un villaggio globale: Understanding Media, di Marshall McLuhan, spiegava che il “messaggio è il messaggio”  agli albori della televisione. Non importa cosa vuoi dire, l’importante è che la comunichi: aveva capito Facebook e Twitter ancora prima che fossero inventati.


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